“La felicità è uno stato mentale. E come per tutte le cose ci vuole pratica. Dedicate cinque minuti al giorno a sorridere, a sorridere e basta. E dopo un po’ vi verrà naturale”.

 dal film «Qualcosa di speciale»

Sono abruzzese doc e lombarda di adozione. Oggi vivo a Como, sono sposata e sono mamma di Alice, una meravigliosa creatura che rappresenta, senza ombra di dubbio, il mio più grande successo nella vita.
Sono partita per Milano nel 1996, dopo la laurea, per frequentare un master in gestione delle risorse umane.

La mia prima vera esperienza lavorativa è stata in un centro di orientamento e formazione professionale. Il confronto con giovani come me e la possibilità di offrire loro strumenti concreti per aiutarli ad entrare nel mondo del lavoro è stato l’aspetto che ho amato di più di questa esperienza.

Sono poi approdata in quella che ricordo ancora come un’isola felice: una fantastica start up di servizi alle imprese in ambito informatico in cui ho contribuito alla creazione della funzione HR. Vivere una start up è stata un’esperienza entusiasmante, che ha stimolato moltissimo in me il senso di appartenenza e di contribuzione al raggiungimento degli obiettivi aziendali.

La mia ultima esperienza in azienda è durata quindici anni e mi ha consentito di abbracciare il mondo delle risorse umane a 360 gradi. Ho amato infinitamente l’azienda per cui ho lavorato così a lungo, ma devo ammettere che spesso – con altrettanta intensità – l’ho anche detestata.

La verità è che non mi ci sono mai davvero riconosciuta.

Proprio così: anch’io, come fanno tanti, ho sottovalutato per troppi anni la parte emozionale del lavoro. D’altra parte il lavoro è lavoro! Mica ci si va per divertirsi o per essere felici! Il lavoro è sacrificio, sudore, competitività, prestazioni, obbedienza, carriera, status, soldi. Non so tu, ma io – a metà strada fra baby boomer e generazione X- è con queste convinzioni che sono cresciuta.

Il disagio e il malessere vissuti quotidianamente mi hanno portato a realizzare che il successo non genera felicità ma che, al contrario, è la felicità la chiave per raggiungere il vero successo. Ho imparato dal mio viaggio che la vita che vivo è, prima di tutto, una mia scelta.

Ho deciso di sviluppare – con l’esperienza, la formazione e la crescita continua – la mia naturale tendenza a vedere sempre il lato luminoso di ogni situazione. Ho approcciato e studiato la scienza della felicità, la psicologia positiva, gli studi sulle organizzazioni positive, l’intelligenza emotiva, il coaching. Oggi sono una Happiness Coach e una Chief Happiness Officer certificata.

Ho messo in linea i miei bisogni e i miei valori con il mio proposito di vita e ho fatto della condivisione di tutto ciò che sono e che ho imparato la mia missione di vita.

E così… eccoci qua! Io, la felicità e te!

Cos’è Happytudine?

La mia attività di happiness coaching si basa prevalentemente sullo sviluppo della happytudine, una competenza vera e propria che, come tale, può essere allenata e che possiamo tradurre con il concetto di “abitudine alla felicità” o anche “attitudine alla felicità”. Nella vita, nel lavoro, nelle relazioni: un atteggiamento positivo per qualunque sia l’obiettivo che desideri raggiungere.